| Scrive Tassini in "Curiosità veneziane" (1887): ... Chiamavasi "scoazzera" un chiuso quadrato di muro, senza tetto, ed aperto d'innanzi, ove si raccoglievano le spazzature, dette in vernacolo "scoazze", finché i "burchieri", o "burchiellanti",  le avessero trasportate fuori città. Molti di tali depositi esistevano  una volta fra noi, e molti quindi sono i luoghi che da essi presero il  nome, e tuttavia lo ritengono. Le "scoazzere" ebbero  origine nel XV o XVI secolo per tener monde le strade, e per impedire  che le spazzature si gettassero nei canali. V'invigilava il Magistrato  alle Acque, sotto gli ordini del quale erano i così detti "Nettatori dei Sestieri".  Coll'andar del tempo però tali scoazzere si distrussero, e fino dal  1662, spargendosi ovunque le immondezze, molto sordide erano divenute  le nostre vie. Deliberò allora il Magistrato alle Acque che le "scoazzere" si rifacessero, e minacciò castighi severissimi a chi s'attentasse di  demolirle. Nel 1711 le fece poi ristaurare, prescrivendo che a tal uopo  fosse trattenuto dal pubblico proto l'importare d'un mese sopra i  crediti dei "Nettadori dei Sestieri".
 
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